L’Istituto Universitario di Studi Europei è stato fondato il 30 luglio 1952 nel corso di una riunione nell’abitazione del Prof. Paolo Greco, ordinario di diritto commerciale all’Università di Torino.
La creazione di un istituto di studi europei a Torino trae la sua origine culturale in programmi concepiti già durante la seconda guerra mondiale e la Resistenza. Torino, posta quasi a un angolo d’Italia, appariva infatti particolarmente indicata per tenere un collegamento con gli altri paesi d’Europa. Il Prof. Paolo Greco era stato reso partecipe di quest’idea da Domenico Riccardo Peretti-Griva (primo presidente onorario della Corte di Cassazione), il quale negli ambienti federalisti era stato sensibilizzato a questa iniziativa dall’Avv. Arrigo Olivetti (Presidente della Commissione culturale piemontese del Movimento Federalista Europeo) e da Gustavo Malan (uno dei protagonisti del convegno di Chivasso da cui nacque la “Carta” omonima durante la Resistenza).
L’idea potè infine concretizzarsi grazie ad un Comitato promotore, composto dai Professori Mario Allara e Giuseppe Grosso e dall’Avv. Amedeo Peyron, i quali nel 1952 ricoprivano rispettivamente la carica di Rettore dell’Università di Torino, Presidente della Provincia e Sindaco di Torino. All’apporto dei principali Enti locali piemontesi si aggiunsero quelli dell’Université Internationale e del suo Presidente, lo scrittore francese Alexandre Marc, e dell’appena nato Istituto di Studi Europei della Saar con il Prof. Guy Michaud ed il Rettore Jean François Angelloz. Queste due istituzioni garantirono una collaborazione preziosa e lo sviluppo delle relazioni esterne dell’Istituto torinese.
Durante la riunione del 30 luglio vennero fissati gli scopi dell’Istituto: la ricerca e l’insegnamento nei campi riguardanti l’Europa nel suo insieme e, per mezzo di essi, la preparazione di esperti e di quadri della vita internazionale. Queste finalità verranno successivamente ufficializzate nel testo dello statuto del 1957 che sancisce all’articolo 1: “L’Istituto Universitario di Studi Europei ha per scopi la ricerca e l’insegnamento nei campi della scienza riguardanti direttamente l’Europa nel suo complesso e, attraverso tali attività, la preparazione di esperti e dirigenti della vita internazionale”.
Il segreto di questi sessantacinque anni di vita dell’Istituto sta nell’aver saputo rispondere a precise esigenze formative della collettività. Un servizio in evoluzione che si è continuamente aggiornato per stare al passo con le crescenti necessità di informazione, rinnovando progressivamente le tecniche di approccio del pubblico e delle realtà locali all’Europa.
Fondamentale patrimonio culturale dell’Istituto è il Centro di Documentazione sulle organizzazioni internazionali e in particolare il CDE dell’Unione Europea che rappresentano l’espressione del ruolo concreto che l’Istituto non ha mai cessato di svolgere, a partire dalla sua fondazione, nell’ambito della realtà cittadina e regionale. In questi anni infatti tale patrimonio è stato utilizzato per informare tempestivamente sia con il bollettino “Euroregione”, sia mettendo a disposizione di Enti pubblici, operatori privati, studenti e cittadini la documentazione sulle attività dell’Unione europea, dell’OCSE, dell’OMC e del Consiglio d’Europa, organizzazioni delle quali l’Istituto riceve regolarmente le pubblicazioni ufficiali.
Oggi l’Istituto ha grandi potenzialità ed i progetti di nuovi corsi e nuove attività non mancano. Il contesto è senza dubbio favorevole: la Commissione europea ha recentemente individuato tra le sue priorità quella della trasparenza, e non c’è trasparenza senza un’ampia diffusione dell’informazione su legislazione e politiche dell’Unione europea; la città di Torino inoltre, anche grazie alla presenza del più grande centro di training delle Nazioni Unite presso il Centro internazionale di formazione dell’OIL e della Fondazione europea per la Formazione dell’Unione Europea, può qualificarsi sempre più come capitale della formazione internazionale.
L’Istituto nei suoi molti anni di storia ha visto allontanarsi alcuni degli ideali dei suoi padri fondatori, soprattutto quelli legati ad un processo di rapida integrazione politica dei Paesi dell’Europa occidentale. Nel frattempo sono subentrati nuovi obiettivi, più vicini ad una realtà politica internazionale che si è evoluta nel senso dell’integrazione economica e dell’allargamento del modello occidentale ai Paesi dell’ex blocco sovietico. Anche questi nuovi temi hanno dato origine ad interessanti spunti di studio e di ricerca scientifica.
Ciò che negli anni si è al contempo via via sviluppata è la convinzione, già insita nei presupposti della fondazione dell’Istituto, che la molteplicità di posizioni dottrinali, di esperienze, di metodi di insegnamento e di ricerca, costituisca non una potenziale fonte di problemi bensì una grande ricchezza da condividere con i partecipanti ai corsi.
E’ questa un’idea che ancor oggi continua a dare i suoi frutti positivi quando studenti e professori di cultura, lingua e tradizioni diverse si trovano a condividere lo studio, la discussione e perché no anche i momenti conviviali che rafforzano e sottolineano l’esigenza di una globalizzazione non tanto dei mercati quanto delle conoscenze, perché conoscere significa condividere e quindi rispettarsi nella diversità.