Legal Business Skills for Europe 2020

“Una nuova agenda per le competenze per l’Europa”

“Chi è dotato delle giuste competenze può aspirare a occupazioni di qualità”

Così esordisce la “Nuova agenda per le competenze per l’Europa – Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività”, stilata dalla Commissione Europea a giugno 2016.

In tal senso il progetto della Summer School “Legal Business Skills for Europe”, che ha ottenuto il supporto da parte della Consulta europea del Consiglio regionale del Piemonte, mira a fornire un valore aggiunto alla tradizionale formazione accademica mediante l’utilizzo di strumenti di [lightbox type=”inline” src=”#formale-non-formale-informale”] apprendimento non formale e informale[/lightbox], e l’acquisizione di competenze trasversali (soft skills).

[lightbox_content id=”formale-non-formale-informale” text_align=”left”  color=”#444″]

DEFINIZIONI DI APPRENDIMENTO FORMALE, NON FORMALE E INFORMALE (ex decreto legislativo del 16 gennaio 2013, n.13

Apprendimento formale

Apprendimento che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in apprendistato, o di una certificazione riconosciuta, nel rispetto della legislazione vigente in materia di ordinamenti scolastici e universitari Si tratta cioè di un apprendimento erogato in un contesto organizzato e strutturato, appositamente progettato come tale che di norma sfocia in una convalida/certificazione.

Apprendimento non formale

Apprendimento caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza al di fuori dei sistemi sopra indicati, in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese.

Si tratta cioè di un apprendimento erogato nell’ambito di attività pianificate non specificatamente concepite come apprendimento.

Apprendimento informale

Apprendimento che, anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell’ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero.

Si tratta cioè di un apprendimento non strutturato in termini di obiettivi di apprendimento, di tempi o di risorse. Spesso l’apprendimento informale non è intenzionale dal punto di vista del discente.

[/tab][/tabs]
[/lightbox_content]

Dovendo affrontare un mondo del lavoro molto competitivo ed internazionalizzato è essenziale infatti che ai giovani laureati vengano fornite alcune competenze indispensabili che non riguardino tanto le conoscenze, che già hanno, ma l’apprendimento in azione (learning by doing) e soprattutto il saper fare (how to do).

Risorse coinvolte nel progetto

Il progetto della Summer School ha ottenuto il sostegno e la collaborazione della Consulta regionale europea, nonché il patrocinio della Rappresentanza della Commissione europea di Milano, dell’Università di Torino, dell’Università del Piemonte Orientale, di Unioncamere Piemonte e di Confindustria Piemonte.

Importanti aziende e studi legali collaborano al disegno del progetto e intervengono direttamente nella formazione.

Il corso intende creare una realtà collaborativa e d’interazione tra imprese, professionisti e ambiente accademico, finalizzato a fornire competenze operative e trasversali, essenziali nel passaggio dallo studio accademico al lavoro.

La presenza di tali risorse consentirà ai partecipanti di confrontarsi con una modalità di training complementare a quella ricevuta nei loro corsi di studio e che li aiuterà al meglio ad affrontare l’inserimento nel mondo del lavoro o a migliorarne il posizionamento.

[divider top=”no” size=”1″]
In Europa e soprattutto in alcuni paesi (come l’Italia) coesistono i problemi di mismatch e di overeducation, ovvero di una formazione non congrua e di titolo di studio più elevato rispetto alle mansioni richieste dal lavoro svolto.

Secondo il rapporto OCSE Getting Skills Right (Italy), del 2017 circa il 35% dei lavoratori italiani è occupato in lavori che non sono direttamente legati al loro percorso formativo e il 21% si ritrova in posti di lavoro per i quali sono sovra-qualificati. Il rapporto, inoltre, evidenzia come questa situazione si leghi a una perdita salariale media di circa il 17% rispetto a chi, invece, si specializza in un’area con chiari sbocchi occupazionali e le cui competenze sono richieste dalle imprese.

Il tasso di disoccupazione tra i laureati italiani è tra i più alti dei paesi dell’OCSE, occorre dunque elaborare strategie di intervento sull’orientamento e sulla formazione per ridurre le asimmetrie di competenze e di conseguenza l’elevata percentuale di giovani laureati italiani disoccupati o che scelgono di emigrare.

Secondo la Commissione, il successo della nuova agenda europea dipende in larga misura anche dall’impegno di diversi soggetti istituzionali, oltre all’UE: i governi nazionali, le regioni e gli altri enti locali, le imprese e i datori di lavoro.

Competenze e lavoro: approfondimenti

[accordion]
Documenti ufficiali UE
Pubblicazioni UE
Altra documentazione