Questo Paper analizza come il nuovo Codice dei contratti pubblici, introdotto dal d.lgs. n. 36/2023, integri gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) nel contesto degli appalti pubblici.
Il punto di partenza è la definizione di “principi‑valori” – risultato, fiducia e accesso al mercato – che il legislatore ha elevato a criteri ermeneutici per l’intera disciplina. Il principio del risultato assume un ruolo centrale: la pubblica amministrazione non deve limitarsi a rispettare formalità legali, ma deve perseguire l’obiettivo di ottenere il miglior rapporto qualità‑prezzo, con tempestività e trasparenza. In questo senso la concorrenza non è più un fine a sé stante, ma uno strumento al servizio del risultato desiderato.
Questa impostazione porta a una maggiore flessibilità nella fase esecutiva del contratto. Il Codice prevede, ad esempio, il diritto di rinegoziare le prestazioni (art. 120, c. 8) quando eventi imprevedibili minacciano l’equilibrio contrattuale, garantendo così la continuità del rapporto.
Parallelamente, il nuovo testo valorizza gli ADR – mediazione, negoziazione assistita e altri meccanismi stragiudiziali – come mezzi per risolvere le controversie in modo più rapido ed efficace rispetto al contenzioso tradizionale. Questa scelta è coerente con il principio della fiducia (art. 2), che richiede lealtà e trasparenza sia da parte della pubblica amministrazione sia da parte degli operatori economici, e con l’autonomia privata (art. 8), che consente alle parti di stipulare accordi preventivi per gestire le liti.
Nel pratico, la maggiore elasticità delle procedure di acquisto permette di adattare la fase di evidenza pubblica alle specifiche esigenze del caso, scegliendo l’ADR più idoneo per preservare il contratto e soddisfare l’interesse collettivo. La discrezionalità amministrativa, però, è bilanciata da regole sulla responsabilità del personale delle stazioni appaltanti (art. 1, c. 4 e art. 2, c. 3), che limitano la colpa grave a violazioni gravi di norme, prudenza e diligenza.
In conclusione, Vertucci sostiene che l’integrazione degli ADR nel nuovo Codice non è un semplice inserimento formale, ma una componente fondamentale per realizzare il principio del risultato. Attraverso una combinazione di flessibilità procedurale, fiducia reciproca e strumenti di dialogo stragiudiziale, il nuovo assetto normativo mira a rendere gli appalti pubblici più efficienti, trasparenti e orientati al reale beneficio della collettività.





